Agua Azul, Palenque e le Rovine Maya in Mezzo alla Giungla
Le Cascate di Agua Azul si trovano nello stato messicano del Chiapas. Più precisamente sono nel comune di Tumbalá, a circa 70km da Palenque sulla strada che porta a San Cristóbal de Las Casas. Molti le definiscono la più bella attrazione naturale di tutto il Messico ma attenzione che nella stagione delle piogge l’acqua è molto fangosa.
Agua Azul
Agua Azul è una serie di pozze d’acqua turchese alternate da cascate formate da dighe naturali di depositi calcarei. Lungo quasi tutto il percorso, l’acqua scende divisa in due corsi con piccoli isolotti nel mezzo. Bellissime ma pericolose le rapide a cascata percorrono chilometri tra le valli e i canyon nella giungla, creando un mondo acquatico di bellezza indescrivibile. Un mondo che sembra quasi uscito da un film, capace di rubare il cuore di quelli fortunati abbastanza da trovarsi ad ammirare questo spettacolo.
Il colore blu cristallino dell’acqua è determinato, per farla semplice, dalle particelle calcaree sul letto del fiume. Veramente un ambiente surreale nel cuore dello stato delle verdi foreste piovane del Messico del sud. Durante il picco della stagione secca, in Aprile e Maggio, l’acqua è di un blu luccicante a causa della grande quantità di calcare disciolto nell’acqua. Durante la stagione delle piogge però, c’è più acqua e meno colore.
Il sentiero e l’area visitabile
Il sentiero che conduce alla parte più alta visitabile delle cascate si trova tra le cascate e la zona degli stand. Questi stand sono davvero molti (anche troppi) e offrono perlopiù cibo e souvenir. Potrete trovare frutta fresca, pannocchie arrosto, “empanadas” fritte o ristoranti veri e propri con menu più ampi. Dovesse venirvi fame, cercate di andare in un posto più in alto possibile per godere di una bella vista.
Io ho percorso il sentiero fino al punto più alto raggiungibile per vedere più pozze possibile e decidere dove fare il bagno. Agua Azul è un sito molto popolare e pieno di gente ma, man mano che camminate verso l’alto, c’è sempre meno affollamento. Nel punto che ho raggiunto c’è una terrazza con vista sulle cascate e la giungla sottostante. Davvero bellisimo!
Come già detto, a causa del pittoresco colore dell’acqua e più in generale della bellezza del posto, Agua Azul è molto frequentata, specialmente nei weekend. Non è raro trovare persone arrivate solo per abbronzarsi o entusiasti dei fiumi che vanno a rilassarsi in questo paradiso d’acqua.
Se siete tra quelli (come me) a cui troppo caos non piace, non disperate. Il numero di pozze d’acqua è davvero elevato e se avrete la pazienza di camminare un po’ potrete trovare una pozza, una cascata o anche una spiaggia tutta per voi.
Agua Azul senza tour organizzato
Ve lo sconsiglio. La strada per arrivare non è per niente in buone condizioni con frane e ciglio della strada cedevole. In più si dice sia la strada con più ritardi di tutto il Messico! L’unico vantaggio di andare da soli potrebbe essere quello di fermarsi più a lungo o arrivare in orari meno turistici. Tuttavia con i tour sebbene il tempo a disposizione non sia tantissimo non è neanche troppo poco. Inoltre, come già detto, nonostante le orde di turisti, l’area è molto grande e si trovano posti tranquilli.
Quanto costa
Se andate con un tour organizzato probabilmente pagherete prima. In caso contrario, il biglietto d’entrata costa 25 pesos più una tassa extra occasionale decisa dalla comunità Zapatista.
Attenzione
Agua Azul si trova in un’area di conflitti territoriali difficili da risolvere. A causa di questi conflitti, dopo il tramonto è un luogo dove avvengono assalti armati quindi state molto attenti, se visitate l’area con i tour organizzati ve ne andrete molto prima del buio in ogni caso. Non è tutto oro quel che luccica però: un lettore mi riferisce che di recente (estate 2022) dei lavoratori del tour, mentre era in visita alle cascate, si sono impossessati dei beni di valore lasciati nella valigia all’interno del furgone (la vicenda, dopo qualche telefonata, si è risolta bene con il recupero di tutto il materiale poi per fortuna).
Le Rovine di Palenque
Le rovine Maya sono state l’ultima tappa del viaggio da San Cristobal a Palenque.
Cresciuto nell’umido di Venezia e aver provato l’umidità di Agua Azul, pensavo che non ci fosse di peggio al mondo. Mi sbagliavo.
Le rovine Maya di Palenque sono immerse nella giungla e risalgono al periodo compreso tra il 226 a.C. e il 799 d.C. Con il declino della città, l’architettura e gli edifici sono stati ingoiati dalla giungla. Ad oggi sono stati riportati alla luce quasi 3 km² di area archeologica. Si stima, tuttavia, che ci siano più di mille edifici ancora da scoprire, interrati o nascosti nella giungla.
Come anticipato, appena sceso dal mezzo, la prima cosa che ho notato del luogo era l’umidità incredibile. D’altra parte dal parcheggio non si vede niente se non giungla a 360°. Una volta percorso il breve sentiero per entrare nel parco archeologico, il disagio dovuto al clima ha subito lasciato spazio alla bellezza e alla meraviglia delle rovine. Questi antichissimi e perfettamente conservati edifici, immersi nel verde acceso della giungla, mi hanno subito fatto sentire come in un film di Indiana Jones. E’ stato splendido.
L’area archeologica
L’area esplorabile abbastanza larga. In più, il fatto che queste rovine siano meno popolari di Chichen Itza, fa si che non ci sia sovraffollamento il che rende tutto molto più apprezzabile.
Gli edifici, poi, sono impressionanti. Anche se sono simili ad altri siti Maya, ci sono molti elementi che rendono Palenque unica. Questi elementi sono, secondo me, la pulizia e la cura con cui viene preservata l’area e il fatto che ci si può arrampicare su quasi tutti i templi. A parte questo c’è il fatto che il “Tempio delle Iscrizioni” ospita il secondo testo geroglifico più lungo del mondo Maya. In più, la tomba del famoso re Maya “Pacal Il Grande” è stata scoperta qui.
Lentamente ho esplorato tutta l’area. Su e giù per i templi ho immaginato come potesse essere lì la vita migliaia d’anni fa. Prima di andarmene mi sono fermato a riposare in cima al Tempio della Croce che offre una magnifica vista sull’antica città. E’ uno dei più bei ricordi che ho del Messico!
Palenque “città"
Palenque è una città e comune sita nel nord dello stato del Chiapas. Circondata dalla foresta pluviale, la città è la più povera dello stato e l’unica area urbana in un comune di oltre 600 comunità. Mentre la quasi totalità della popolazione lavora nell’agricoltura ed è economicamente emarginata, il sito archeologico di Palenque è una delle attrazioni turistiche principali non solo per la città ma per l’intero Chiapas. Personalmente le considero le più belle del Messico.
Vale la pena fermarsi a Palenque?
La guida sul Messico che avevo consultato descrive Palenque come un “luogo umido, noioso e non molto attraente”. Dal momento che comunque nel momento in cui l’ho consultata avevo già prenotato l’hotel, non vedevo l’ora di dimostrare che si sbagliava (spoiler: ho sbagliato io).
La strada principale è effettivamente piuttosto noiosa. Vicino allo Zocalo, invece, c’è una strada all’ombra degli alberi con qualche bar e ristoranti carini ma niente che possa valere la pena di restare in città. Alla fine la guida aveva ragione, non ho trovato niente da fare o vedere in città.
A meno che non vogliate riposare e rinfrescarvi dopo aver visto le rovine, o che non vogliate dedicare una giornata alle cascate Roberto Barrios, io non mi fermerei a Palenque. Oltretutto, non so perché, avevo sempre la percezione di essere in un posto pericoloso.
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Dove alloggiare
Se decidete di fermarvi, assicuratevi di prenotare un hotel con un nome facilmente riconoscibile. Io sono stato alla “Posada Nacha`n – Ka`an”. L’hotel in sé non ha niente che non vada, anzi, ma ha un nome impronunciabile e, purtroppo, un nome che è simile a diversi altri in città. Questa cosa stava per costarci caro, complice anche Google Maps che aveva i numeri civici di quella via tutti sbagliati (a sua discolpa lì i numeri civici non sono in ordine ma sono pressochè casuali) e ci ha mandati nella direzione opposta. Qui, fortunatamente, un tassista mi ha indicato la direzione corretta dicendo di tornare indietro immediatamente perché eravamo in un’area molto pericolosa.